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    Si è concluso il 39° festival Pergine Spettacolo Aperto

    Si è conclusa le 39° edizione del festival dal titolo “Confini Conflitti”. In nove giorni la cittadina di Pergine si è trasformata per dar vita ad una rielaborazione originale ed unica della celebrazione dei cent’anni dallo scoppio della prima guerra mondiale. Dal 4 al 12 luglio artisti internazionali, mercatini, installazioni, laboratori, approfondimenti scientifici, pratiche olistiche e musica hanno animato le vie e gli edifici di Pergine. Nonostante le condizioni metereologiche avverse ogni sera un pubblico numeroso ha assistito agli spettacoli proposti, a testimonianza di un festival che ha raggiunto una forte identità all’interno del panaroma culturale trentino e nazionale.

    Il fil rouge del conflitto, il confine e l’ identità si prestavano ad una riflessione profonda; argomenti che ancor oggi, cent’anni dopo lo scoppio di una Guerra che ha modificato le sorti del mondo, rappresentano un questione aperta nella coscienza di ciascuno. Questi concetti hanno mutato significato ed hanno assunto un’accezione diversa, nutrita di nuove esperienze. «Dato questo tema, produrre un festival che non “inquietasse” il pubblico da un lato e non fosse semplice intrattenimento dall’altro, non è stata una sfida semplice» commenta la direttrice artistica del festival Cristina Pietrantonio, «ma gli artisti che abbiamo coinvolto hanno saputo giocare con l’argomento e tutte le sue sfumature, rielaborandolo in chiave sia locale che globale e realizzando performance vere, reali e al tempo stesso espressione del senitre comune».

    Nello specifico l’artista trentina Sara Maino con il progetto Ego Cum ha coinvolto diverse categorie della popolazione locale, rileborando il tutto in una video installazione. Parallelamente, il gruppo di artisti toscano InQuanto Teatro, vincitori del progetto OPEN, ha analizzato in War of Words il significato di alcune parole, mettendo così a confronto due visioni, una interna e l’altra esterna, dello stesso tema.

    Allargando lo sguardo a comunità in un’ottica più ampia, Tania Al Khoury (Dictaphone Group) e Marco Ambrosi hanno lavorato rispettavamente con gruppi di rifugiati politici e carcerati rappresentando nuove prospettive di “confine”.

    Tra i nomi noti vi sono stati Massimo Popolizio che, con il Coro Castel Pergine, ha collaborato alla nuova produzione Nel ventre della Guerra, La Merda con l’acclamata Silvia Gallerano, Radio Capital con il live Parole Note e la prima nazionale di Mephisto Waltz della compagnia russa Derevo, la quale ha inoltre realizzato una produzione site-specific in esclusiva per il festival. Accanto ai grandi nomi non sono mancati gli appuntamenti consueti con il neuroscienze show in collaborazione con il Cimec, l’outsider art che quest’anno ha presentato la mostra di Dario Righetti e i vincitori del bando Open//Creazione Contemporanea 2014 , quest’anno esteso al piano nazionale. Si è dimostrata vincente anche la formula della giornata dedicata al benessere con il filone de Le vie del sè.

    Da segnalare anche il progetto “no limits”, che da tre anni formula una serie di servizi atti a favorire l’accesso e il coinvolgimento di tutti, contribuendo alla partecipazione di visitatori disabili.

    L’abbinamento sapiente tra stimoli alla riflessione e il piacere per l’arte hanno creato un’atmosfera unica in cui celebrare un evento cruciale della storia dell’umanità, pur rivisitandolo in chiave attuale e moderna.