RESIDENZE
Le residenze artistiche sono tempo e luogo.
Il tempo dello studio e della ricerca.
Il luogo della convivenza e del confronto.
In questa sezione conserviamo l’archivio dei processi di lavoro degli artisti che abbiamo ospitato in residenza a Pergine.
Poniamo l’attenzione sul valore delle relazioni fra elementi che danno vita a nuova unità.
Non sugli esiti, ma sulle procedure che ibridano pensieri e pratiche.
Uno sguardo al viaggio, non alla meta.
2024
Dimore Creative | Transenne
«Giuseppe Uva era un falegname di 43 anni. Venne fermato dai carabinieri, insieme ad Alberto Biggioggero, la notte tra il 13 giugno ed il 14 giugno 2008, mentre transennava una via di Varese. Il mattino venne trovato morto in ospedale».
Anche nel 2024, Powered by REf ha selezionato tre progetti artistici emergenti di giovani artiste e artisti under 30, presentando i primi studi nell’ambito di *Anni Luce*. Tra questi spicca *Transenne* della compagnia Dimore Creative, che ha potuto svolgere una residenza di ricerca e scrittura a Pergine.
Teatro dei Venti | In cima alle favole
Cesare e Oxana, della compagnia Teatro dei Venti, tornano in Trentino per portare avanti il progetto nelle RSA locali. Tre cicli di residenze si sono svolti nelle RSA di Trento, Borgo e Pergine, dove il laboratorio ha riportato alla luce i ricordi legati alla montagna. La Compagnia ha raccolto e campionato questi racconti, trasformandoli in un’audio-installazione che ne custodisce la memoria.
Babilonia Teatri | Foresto
Babilonia Teatri si confronta con un testo sacro della drammaturgia contemporanea: “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès. Su invito di OperaEstate Festival, partecipa al “progetto Koltès” ideando uno spettacolo che mette l’accessibilità al centro fin dalle prime fasi creative. Durante le prime residenze, collabora con l’associazione Fedora, specializzata nel rendere il teatro accessibile a persone con disabilità sensoriali, e con l’artista sordo Daniel Bongioanni.
2023
Fratelli Dalla Via | La banda quando piove
La banda quando piove è un progetto partecipativo, curato dai Fratelli Dalla Via, in dialogo con la Banda Sociale di Pergine. Nel corso dei mesi di maggio, giugno e luglio, Pergine è diventata l’habitat di lavoro per Marta e Diego Dalla Via. Un susseguirsi di incontri presso la sede della Banda Sociale di Pergine, sta portando alla creazione di uno spettacolo, che chiuderà l’edizione 2023 di Pergine Festival.
“Questo evento si terrà con qualsiasi condizione metereologica” dichiarano Marta e Diego Dalla Via. “Il tempo fa quello che vuole e noi lo seguiremo. Seguiremo le regole della parata. Una majorette solitaria, due chierichetti scappati da messa e un noto milite ignoto saranno surreali guide turistiche di una caccia al tesoro dove il tesoro è la gente che apre la porta, che prende il suo strumento, che stona con coraggio, che si affaccia alla finestra, che va avanti a suonare a qualunque costo perché la parata deve continuare.”
Martina Badiluzzi | Cattiva sensibilità
In gergo, la “cattiva sensibilità” è una valutazione inadeguata che non risponde alla domanda posta, vale a dire che non valuta, o valuta male, gli studenti. I rapporti tra insegnante e allievo sono un terreno sotto il quale corrono fiumi carsici di messaggi affettivi inconsci. Ciò su cui Martina Badiluzzi si è interrogata con questo lavoro è quanto quella fase critica dell’esperienza di una persona (la scuola e la formazione, la famiglia e l’educazione) abbiano inciso e si ripercuotano sull’età adulta.. Il passaggio dal gioco allo studio, dal giardino alla classe, dal movimento all’immobilità del banco ed infine, il voto. Quanto quel rapporto performativo con il giudizio scolastico segna la vita e la personalità di una bambina o di un bambino?
Teatro dei Venti | Favole senza età
Cesare e Oxana, della compagnia Teatro dei Venti, sono artigiani del teatro sociale: nel corso del mese di giugno sono stati una settimana in residenza a Pergine, dove hanno condotto un laboratorio con i/le residenti della Casa di Riposo S.Spirito di Pergine.
Le fiabe di Gianni Rodari sono state la miccia che ha acceso ricordi e memorie legate al passato.
Il lavoro condotto da Teatro dei Venti sul territorio, è un lavoro di racconto e ascolto, il cui risultato, l’installazione sonora “Favole senza età”, per tutta la durata del festival 2023 è stato ascoltabile nella Biblioteca comunale di Pergine.
Un dono prezioso, per molti commuovente, un audiolibro per la comunità.
Ugo Pagliai, Babilonia Teatri e Coro Genzianella | Paesaggio estivo con allocco che ascolta
L’incontro fra Babilonia Teatri e Ugo Pagliai ha dato vita al desiderio di lavorare insieme ad uno spettacolo, Paesaggio estivo con allocco che ascolta, partendo dall’omonimo testo di Matteo Caniglia, vincitore del Premio Hystrio Scritture di Scena 2022. Due i periodi di residenza: sono state giornate romane, sono state giornate perginesi. In questo video, curato da Giulia Lenzi, scrutiamo il dietro le quinte delle giornate perginesi, di poco precedenti al debutto del 1 luglio. Pagliai dà voce a un padre. Lo fa con l’umanità, la leggerezza, la curiosità e la ricchezza di registri che lo rendono un attore unico. In Paesaggio estivo con allocco che ascolta il bosco è un luogo in cui dover osservare, ascoltare ed essere sinceri. L’ambientazione del testo ha una grande forza emotiva ed evocativa che viene esaltata dalle voci del Coro Genzianella, coinvolto nella co-creazione dello spettacolo.
Tutto attorno si fa corpo, bosco, canto.
Kepler-452 | Daily Bread
Cosa rende una famiglia “una famiglia”? Come viene tramandata la memoria di generazione in generazione? Come la famiglia costituisce la nostra identità? Che cosa significa il “quotidiano” per famiglie divise, che abitano in diversi luoghi del mondo? Qual è il loro pane quotidiano?
Parte da questi interrogativi il lavoro di ricerca della compagnia Kepler-452, vincitrice del bando “Daily Bread”, promosso nell’ambito del progetto europeo Stronger Peripheries.
Grazie alla vincita del bando, la compagnia bolognese sta ricevendo un sostegno di produzione da parte di Pergine Spettacolo Aperto, L’arboreto-Teatro Dimora di Mondaino e Pro Progressione (HU) per la creazione di un nuovo spettacolo teatrale partecipativo sul tema universale della famiglia.
Il nuovo spettacolo, che raccoglierà le testimonianze tratte dagli archivi biografici delle persone intervistate fra Italia e Ungheria, debutterà il 13 luglio a Pergine Festival, per poi arrivare in Budapest e in altri paesi del network europeo.
2022
Sauf Le Dimanche (FR) | Harvest
“Questa mattina un signore ci ha raccontato di quando, in gioventù, si ruppe la schiena cogliendo le ciliegie. Vedendoci danzare, ha detto di aver provato un profondo senso di libertà”.
Marie Doiret, Emilie Buestel, Claudio Ioanna, i tre performer del collettivo Sauf Le Dimanche, hanno trascorso una settimana in residenza a Pergine in piazza Municipio. Il cuore delle interazioni sociali della nostra città si è trasformata per loro in un’enorme stanza senza pareti.
Durante la residenza, il collettivo francese ha chiesto agli abitanti di Pergine di donare loro un gesto. Non un gesto qualunque, ma un gesto che possa rappresentare la risposta a una domanda: quali gesti vogliamo dedicare ai nostri spazi comuni? Di quale gesto abbiamo bisogno oggi? Potresti farci un gesto di tenerezza? E uno di pazzia?
Le risposte a queste domande sono diventate la materia prima del loro lavoro di ricerca. Harvest, dall’inglese “raccolta”, è la restituzione pubblica di questa collezione di gestualità.
Nana Francisca Schottländer (DK) | Heavy Kinship # 8: water, flash and rock
Al centro del lavoro di Nana Francisca Schottländer c’è l’uso del corpo come strumento vivente per la creazione. L’artista ha trascorso alcuni giorni di residenza a cielo aperto sul territorio locale nella zona del porfido nelle cave di Lases/Albiano, per indagare il rapporto tra essere umano e montagna e scoprire come questo abbia plasmato il paesaggio e le persone.
La restituzione pubblica di Heavy Kinship # 8 propone l’incontro intimo tra corpi umani e corpi minerali, tra roccia e carne. Il pubblico è guidato in uno scambio lento e meditativo, ma anche fisicamente impegnativo e stimolante, con le rocce e le montagne. L’obiettivo è mettere in discussione il modo in cui noi umani ci relazioniamo con ciò che ci circonda e con gli altri esseri.
Elisabetta Consonni | Soft skills but strong
“Ci siamo accorti che volevamo essere visti, perché noi siamo ciechi ma era chi vede che non riusciva a vederci“.
Quanti saperi sono celati all’interno delle nostre comunità? Quanti talenti sono invisibili, poiché esclusi da un impianto categorico e occidentale che non riconosce conoscenze altre, marginalizzate o magiche?
Soft skills but strong è un percorso fatto di incontri e scambi dell’artista Elisabetta Consonni con persone e gruppi del territorio alla ricerca di pratiche e competenze in grado di alzare ľattenzione verso alcuni aspetti sottili del mondo.
Leonardo Delogu/DOM- | La buca
C’è una cavità al centro della terra che collega il mondo dei vivi a quello dei morti, un buco che chiama, che attrae, che ci mette in ascolto sul ciglio del burrone, a contemplare il pozzo oscuro del tempo. Ma la buca suggerisce anche una via di fuga, un passaggio per un altrove possibile.
Leonardo Delogu/DOM-, artista italiano associato ad IN SITU, ha trascorso due settimane in residenza a Pergine, insieme a Loredana Canditone, Giuseppe Vincent Giampino, Marta Olivieri e a sette professioniste/i della scena, negli spazi dell’Ex Cederna, una grande voragine urbana che ferisce il tessuto urbano della nostra città. Il fondo del buco riflette lo stato di paura e depressione dentro il quale l’umanità si è immersa, il controllo dei corpi che avanza e prende possesso dello spazio pubblico a grandi accelerazioni. Allo stesso tempo dal buco fuoriescono visioni altre: storie di lotta e resistenza, corpi umani desideranti, comunità multispecie, corpi ibridati con altre vivenze, umanità-piante, umanità-insetti, umanità-minerali e giardini selvatici che sfondano i recinti. Nella buca tutto si mischia e si contamina, si immerge e fuoriesce. Il teatro, il rito, la coreografia, sono lì a tentare l’organizzazione spaziale e ritmica di questa materia.
A partire dall’immagine della buca, DOM- si immerge in un percorso di ricerca che tiene insieme ricerca filosofica e scenica, pratiche di pensiero e pratiche performative, sempre alla ricerca, nel paesaggio urbano, di luoghi in grado di incarnare la tensione.