Pergine Festival vince il premio “La buona grafica”
Pergine Festival si aggiudica il premio “La buona grafica”, concorso dedicato alla comunicazione visiva dei festival culturali italiani, indetto da Trovafestival e MEC – Master Eventi Culturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il premio è stato ritirato nei giorni scorsi a Milano dallo staff del Festival e dello studio romano CO.CO., che ha curato la progettazione grafica.
Una delle caratteristiche di un festival sta nella sua capacità di comunicarsi attraverso la grafica. Lo pensano gli organizzatori del premio ”La buona grafica”, indetto dal sito Trovafestival e da MEC – Master Eventi Culturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dedicato ai festival culturali italiani e vinto nella sua prima edizione da Pergine Festival.
Tre le fasi di selezione superate dal progetto di Pergine: la prima selezione era curata dagli studenti del MEC dell’Università Cattolica di Milano; la seconda selezione era invece affidata al web, con votazioni da parte del pubblico; infine una giuria di esperti composta dai docenti di comunicazione dell’Università la Cattolica e presieduta da Luca Monti e dallo staff di Trovafestival ha prima selezionato i tre finalisti che hanno potuto illustrare il proprio progetto in un panel e decretato il vincitore.
Il premio riconosce a Pergine Festival un percorso di ridefinizione intrapreso lo scorso anno, con il cambio di direzione artistica. Il Festival di Pergine, fondato nel 1976, ha vissuto infatti numerose trasformazioni, che hanno portato l’alternarsi di approcci artistici diversi. Con la chiusura del Teatro Tenda nel 2013, il Festival ha dovuto ripensare la sua natura e missione proponendo una nuova formula, fondando il suo interesse in forme teatrali ibride, multidisciplinari, spesso incentrate su modelli partecipativi, immersivi, people-specific e site-specific.
Nel 2018 il Festival ha deciso per una ristrutturazione della sua identità attraverso il cambio del nome (da Pergine Spettacolo Aperto a Pergine Festival) per comunicare in maniera più diretta un festival che fa del territorio che lo ospita un nodo cruciale. Un festival diffuso, dove l’intera città diventa palcoscenico e luogo da esplorare, da abitare, nella sua memoria storica, nelle relazioni con i suoi abitanti, che assumono un ruolo centrale nello sviluppo delle proposte artistiche. Ribaltando la prospettiva per cui non avere uno spazio può essere un punto di debolezza, Pergine Festival ha voluto invece valorizzare il patrimonio locale cercando di coinvolgere le persone per creare un valore aggiunto. In un’epoca caratterizzata da dispersioni, chiusure e confusioni identitarie, il 43. Pergine Festival si è chiesto che cosa stia alla base delle relazioni umane, individuali e sociali, e come poter ripensare, attraverso molteplici pratiche artistiche, la propria idea di appartenenza e di relazione. Il 2018 ha inaugurato per Pergine Festival un percorso triennale dedicato al senso di appartenenza a un territorio in relazione con l’essere comunità: co-creare e condividere un luogo, per far convivere il singolo all’interno di una molteplicità e di un territorio condiviso. L’identità visiva di Pergine Festival parte da questo presupposto progettuale e attiva un necessario processo di scomposizione e ricomposizione in maniera fluida delle vecchie strutture, in particolare del logo dell’associazione, donandogli movimento. Il progetto grafico – curato dallo studio romano Co.Co. – si ispira al concetto di identità dinamica, una successione continua di eventi, di processi e di trasformazioni. Sono molti i cambiamenti che il Festival di Pergine ha vissuto negli anni e la peculiarità del progetto visivo si propone di tradurre in immagini le molteplici forme che ha assunto negli anni, per diventare oggi un festival diffuso e fruibile da vivere in modo attivo, che intende relazionarsi strettamente con il territorio e la comunità. Le parole chiave: dinamicità, esplorazione continua, mutazione. Il progetto grafico parte quindi da un’idea di scomposizione e ricomposizione di alcune vecchie strutture, dando loro movimento. Linee che si creano e cambiano strada, che si spostano per offrire alle figure umane nuovi spazi di condivisione e di esperienza, riposizionando al centro le persone e la loro città.