Il festival come fattore di crescita economica e sociale
Venerdì 19 dicembre alle 20.30 si è svolta alla sala Rossi della Cassa Rurale di Pergine Valsugana l’Assemblea dei Soci di Pergine Spettacolo Aperto. Oltre ad essere state rinnovate, come da tradizione, le cariche sociali (confermato in toto l’attuale direttivo, con Flavio Pallaoro, Presidente, Michele Andreaus, Vicepresidente, Roberto Filippi, Marcello Pallaoro, Marco Frisanco, Michela Strobbe e Gianluca Filippi, Consiglieri, mentre la carica di revisore dei conti è stata affidata a Ugo Baldessari, il quale ha preso il posto di Giorgio Sadler, venuto a mancare da poco), è stata l’occasione per presentare i risultati di un’attività che nel 2015 festeggerà il suo quarantennale.
“In tempi così difficili reperire le risorse non è semplice” – dichiara in apertura il Presidente Flavio Pallaoro ¬–. Proprio per questo è fondamentale dare conto alle istituzioni, agli sponsor, agli investitori e ai cittadini degli obiettivi, dei denari spesi e dei risultati raggiunti grazie al loro sostegno”. Il festival più longevo del Trentino sembra godere da qualche anno di una ritrovata freschezza. “Siamo passati – prosegue Cristina Pietrantonio, direttrice artistica del festival– da contenitore di intrattenimento estivo a format innovativo, con un obiettivo culturale molto ambizioso: esplorare e far riflettere il pubblico su tematiche sensibili, a tratti anche scomode, legate al contemporaneo. Ospitiamo prime nazionali, compagnie europee per la prima volta in Italia, nuove produzioni di artisti emergenti, creiamo nuovi lavori ad hoc: tutte esclusive offerte dal festival. Sostanziale è inoltre l’attenzione che viene data in ogni edizione al coinvolgimento della comunità in progetti di alto livello artistico, si pensi solo all’ultima produzione “Nel ventre della guerra” curata da Angela Demattè, con la partecipazione di Massimo Popolizio e il coro Castelpergine presso il forte di Tenna”.
L’edizione 2014, dedicata ai confini e ai conflitti, ha visto esibirsi a Pergine 137 artisti provenienti da Italia, Regno Unito, Russia, Germania, Francia, Libano e Israele, per 368 ore complessive di eventi erogati in 9 giornate di programmazione. “Il 76% del pubblico – continua la direttrice – proviene da fuori Comune e quasi un terzo viene da fuori Provincia, con un chiaro ritorno di immagine per il territorio. Per una precisa scelta, inoltre, ciò che proponiamo è in larga parte gratuito oppure offerto a prezzi bassissimi”.
“I numeri” del festival sono forniti da Michele Andreaus, Vicepresidente di Pergine Spettacolo Aperto e professore ordinario di economia aziendale presso l’Università degli Studi di Trento. “Le ricadute economiche del festival sulla comunità sono ragguardevoli – afferma Andreaus –. Del nostro bilancio spendiamo oltre 89 mila euro direttamente sul territorio comunale. Pagando servizi, pasti, alloggi, compensi a ragazzi di Pergine che fanno parte dello staff (composto al 51% da giovani sotto i 30 anni e per il 53% da donne). Dobbiamo inoltre considerare, restando sui minimi degli studi di settore, la ricaduta sugli esercizi commerciali: se una media di 530 spettatori giornalieri provenienti da fuori Comune, che il festival ha registrato quest’anno, avessero preso anche solo un caffè a Pergine, i bar del centro avrebbero incassato quasi 8 mila euro in più. Solo grazie al festival. Ovviamente è probabile che molti abbiano mangiato qualcosa e qualcuno abbia fatto un acquisto nei negozi”.
Che il nome stesso del festival contenga un forte brand e costituisca di per sé un alto valore aggiunto in termini di promozione, anche turistica, del territorio, lo dicono i dati stessi raccolti in occasione degli eventi, mentre va sempre considerato il valore commerciale delle pagine nazionali che grazie al festival (e ai sui contenuti culturali di alto livello) parlano di Pergine: “Dal Venerdì di Repubblica al Sole 24ore, passando per tutte le testate nazionali in rassegna stampa, oltre alle radio e tv. Questo – conclude Cristina Pietrantonio – è marketing territoriale: se il Comune o l’APT comprassero questi spazi per promuovere Pergine, dovrebbero spendere almeno 10 mila euro”.
Pergine Spettacolo aperto sta lavorando bene: si rinnova, offre occasioni di lavoro ai giovani, la gestione delle risorse è sana e le ricadute sul territorio sono importanti, a livello economico e sociale. Chi ha detto che con la cultura non si mangia?