Day 7 – Day 8 | 43esima edizione
Le scelte artistiche della 43 esima edizione del Pergine Festival sono alla ricerca di una nuova relazione con la comunità che appare realizzarsi giorno dopo giorno. Le installazioni rimangono visitabili per l’intera durata del Festival mentre il programma serale apre lo sguardo ad un più ampio spettro di relazioni possibili.
Giovedì 12, ex Rimessa Carrozze doppia replica – alle 20.30 e alle 22.00 – dello spettacolo Verso la Specie firmato da Claudia Castellucci con la scuola Mòra, fondatrice insieme al fratello Romeo Castellucci e a Chiara Guidi, della Socìetas Raffaello Sanzio, una delle realtà artistiche italiane contemporanee più apprezzate. Claudia Castellucci dirige la scuola di movimento Mòra (nome che indica la pausa ritmica più piccola) e sono i suoi allievi a realizzare una danza ispirata ad elementi molto distanti tra loro: se da un lato le suggestioni arrivano dalla poesia greca, altri riferimenti sono presi dal mondo animale.
Al Teatro Don Bosco alle 21.30 va in scena la Compagnia Maniaci d’Amore con Il desiderio segreto dei fossili, uno spettacolo sulla paura del diverso e il rapporto con il divino. Vincitori del premio Teatri del Sacro 2017, Francesco d’Amore e Luciana Maniaci sono in scena per la prima volta con un terzo attore e autori anche della regia: un testo feroce e lieve al tempo stesso, ispirato alla letteratura di Florenskij, di Genet e di Pirandello. Un mondo distopico e comico, crudele ma con tutto il cuore, dove non è accaduto mai nulla e quando qualcosa accade è colpa dello straniero venuto dal mare per amore.
Venerdì 13 luglio al Teatro Don Bosco la regista e autrice Eleonora Pippo porta in scena Le ragazzine di Pergine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra. Il lavoro è ispirato all’omonimo teen drama a fumetti di Ratigher vincitore del prestigioso Premio Micheluzzi come Miglior Fumetto al Napoli COMICON 2015. La storia racconta dell’amicizia di Motta e Castracani, due ragazzine delle medie con la comune passione per le analisi mediche. Il progetto teatrale si fonda sulla formazione di compagnie locali temporanee composte da ragazze tra i 13 e i 18 anni, che in sette giorni lavorano insieme alla regista alla creazione di una performance originale. La rappresentazione va in scena una sola volta e comprende anche le abilità e dei talenti delle interpreti; si arricchisce del vissuto delle protagoniste in scena e coinvolge il pubblico attivamente. Per la prima volta salgono sul palco anche giovani maschi adolescenti.
«Le ragazzine e i ragazzini che partecipano a questo progetto si assumono una grande responsabilità – afferma la regista – si mettono in gioco affrontando e raccontando temi assoluti ed eterni come l’individuazione di sé e la morte in soli sette giorni! Lo spettacolo sta proprio lì, nell’accettare la sfida ed esporre l’imperfezione. È questo il vero significato del titolo, la perdita di controllo di cui si parla». In scena Annick Yotchou, Chiara Piva, Giada Bizzarro, Klerissa Merhori, Leudy Ferreira Polanco, Marieme Ba, Michele Brugnera. Parte integrante della messa in scena è la scultura gonfiabile La fine azzurra ad opera della stessa Eleonora Pippo. L’installazione raffigura l’enorme ragazzina-cartoon azzurra del fumetto di Ratigher, accompagnata da un cammeo sonoro dell’irriverente gruppo musicale e collettivo artistico trentino Pop X di Davide Panizza Walter Biondani.