Day 1 – Day 2 | 43esima edizione
Venerdì 6 Luglio inizia la 43esima edizione del Pergine Festival.
In programma lo spettacolo A Manual on work and Happiness in scena alle 20.30 al Teatro Comunale di Pergine. Alle 18 in Sala Maier l’inaugurazione della mostra del progetto Atlas Pergine che ha immortalato la comunità perginese in ritratti oltre alle installazioni e le performance permanenti e Foresta Urbana a piazza Fruet. La mostra è prodotto dall’associazione Pergine Spettacolo Aperto e realizzata dalla fotografa Elisa D’Ippolito. Ad aprire il Festival l’intervento della direttrice artistica Carla Esperanza Tommasini, dopo i saluti istituzionali dell’assessora alla cultura del Comune di Pergine, Elisa Bortolamedi. In piazza Municipio l’aperitivo in lingua dei segni e un concerto del Coro delle Mani Bianchenell’ambito del progetto No Limits sull’accessibilità della cultura alle diverse abilità e alle ore 19 è in programma anche il primo degli incontri con gli artisti guidati da Roberto Rinaldi, che intervisterà la compagnia portoghese dei mala voadora.
La prima giornata si chiuderà nel foyer del Teatro comunale con il dj set di Paula Tape, DJ e producer cilena, che spazia tra elettronica e deep house, con accenni ad atmosfere più disco e black. I progetti che animeranno il centro storico di Pergine saranno a disposizione della comunità fino a domenica 15 luglio. La mostra fotografica curata da Elisa D’Ippolito raccoglie oltre 280 ritratti di cittadini che guidano il visitatore nelle molte forme della comunità, e un viaggio guidato in uno dei palazzi più celebri: Palazzo Gentili Crivelli, chiuso per molti anni e riaperto con una produzione del Festival, proposta del collettivo di artisti milanesi Circolo Bergman. A Palazzo Hippoliti due progetti di realtà virtuale – Dust e Janus – che offriranno al pubblico esperienze immersive e l’installazione The KitesT, firmata da Azione_improvvisa ensamble, con strumenti musicali a disposizione dei visitatori. Si sposterà per il centro della cittadina Micù, il lavoro del collettivo di architetti Quasark675, un macchinario utile per un esercizio di consapevolezza di sé in relazione all’ambiente circostante.
In Piazza S.Elisabetta viene allestita un’insolita sala cinematografica per due in una vecchia Fiat500: il gruppo Full of Beans ha realizzato piccoli documentari sulla comunità di Pergine che saranno poi proiettati nell’inedito cinema. Azione_improvvisa ensamble, Quasark675 e Full of Beans sono, insieme ai danzatori Dance Makers, i vincitori del bando OPEN 2018, promosso da Pergine Festival a sostegno della creatività emergente.
All’insegna del teatro contemporaneo e della partecipazione attiva, il Pergine Festival presenta sabato 7 il gruppo Dance Makers con la partecipazione di un gruppo di danzatori alla loro prima esperienza. Insieme a Itinerari Coreografici in Urbana invadono il centro di Pergine di danza, proponendo una riflessione sulle risorse del territorio attraverso un’insolita espolazione dello spazio. Ispirati dalle architetture e dalle geometrie dei palazzi del centro storico, i Dance Makers costruiscono inedite coreografie. Con loro un gruppo giovani non professionisti- Il progetto è tra i vincitori del bando OPEN 2018 promosso da Pergine Festival a sostegno della creatività emergente. Piazza Serra sabato e domenica alle 19.30, 21.00 e 22.30 (l’evento è a partececipazione libera e gratuita).
Prevede un pubblico attivo anche M2 (In 50 minuti), lo spettacolo del gruppo di teatro e performance Dynamis, che debutta a Pergine nella sua nuova versione. Il gruppo romano, di base al Teatro Vascello, da diversi anni collabora con il Festival dove presentano una performance partecipata che si interroga, attraverso un gioco con spettatori volontari, sull’unità di misura del metro quadro. Quale è il confine che intercorre tra umano e disumano nelle declinazioni della nostra quotidianità? La performance si sviluppa intorno a questo interrogativo e il pubblico viene coinvolto nell’esplorazione delle possibilità che esistono per le persone coinvolte in uno spazio circoscritto: un gioco collaborativo tra sconosciuti, che si avvicina ad un esperimento nel suggerire un collegamento tra la scena e il nostro mare.