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    OPEN 2012

    La commissione ha selezionato otto progetti per la sezione Open Creazione e due progetti per la sezione Open Lab.

    OPEN CREAZIONE 

    Elisa D’Ippolito 

    Gaetano Liberti

    Luca Valenzin/Margherita Giuliani

    Plamen Solomonski 

    Sara Maino 

    GAP

    teatri assortiti 

    Angelo Demitri Morandini

    OPEN LAB

    Bacaci Sjenki/Shadow Casters (HR)

    Geraldine Pilgrim (UK)

    OPEN CREAZIONE

    Elisa D’Ippolito | Phantazomai

    Molto tempo fa il bosco del Colle del Tegazzo fu teatro dell’uccisione di una giovane donna. Si racconta che lo spirito della defunta non riuscì a lasciare serenamente il suo corpo terrestre e per questo motivo da centinaia di anni vaga senza pace nel luogo che la vide morire.

    Traendo ispirazione dalla locale leggenda della “Dama Bianca” Elisa D’Ippolito ha dato vita a un’installazione fotografica che invita il pubblico a spingersi oltre i limiti del bosco, a sfidare il buio per vedere cosa si cela oltre gli alberi. Reale e immaginario si sovrappongono, confondendosi e confondendo, le immagini inducono a perdere il sentiero tracciato della razionalità adulta per riportare a galla le paure intrise di fascino che le ombre di un bosco possono incutere a un bambino.

    Gaetano Liberti (brailleway) | On the air

    “C’era un uomo, non ricordo il suo nome, non importa. Qualcuno all’improvviso entrò in casa, salutò e disse qualcosa che aveva a che fare con… questo non lo ricordo. Forse quello che ricordo non è mai successo. Quello che importa è che nessuno spiegò come fece ad entrare quell’uomo, nessuno mai se lo chiese.”

    Il problema del supporto consiste prima di tutto in un luogo predisposto per un incontro e nel configurare uno spazio a ridosso tra due luoghi: quello fisico di una stanza e uno più ampio, aperto. Al centro di essi c’è un buco. Cercando ciò che segue e precede un’immagine, prima ancora che si formi e dopo il suo ricordo, forse si arriva nello stesso luogo. Forse in questo luogo non è mai successo niente e qualcuno si ricorda di qualcosa che non è mai successo.

    Luca Valenzin / Margherita Giuliani | T.I.M.E.S. Travel In Multiple Emoticon Stories

    Ehi, hai visto che volo, che affondata verticale?

    Sopravvivere ad una caduta libera così violenta .. un persona normale sarebbe morta.

    Emozionante, non trovi? È tutto vero, nessun imbroglio!

    No! Non dirmi che sei resistente anche a questa vertigine…

    Quando l’arte si lascia sedurre dalla cibernetica: questa video-performance ha come obiettivo quello di trasformare lo schema abituale di fruizione delle immagini video in una nuova esperienza sensoriale per chi guarda. Lo spettatore può modificare l’andamento della narrazione, per effetto di una sofisticata apparecchiatura tecnologica in grado di recepire i segnali emotivi della persona e di interagire con il video stesso, in tempo reale.

    Plamen Solomonski | Footsteps memory (BG/IT)

    Suoni, passi, voci, rumori, silenzi…

    Di chi sono queste scarpe?

    Chi ha camminato in questi spazi?

    Continuava a camminare e sembrava non fermarsi mai….

    Footsteps memory è un’installazione site-specific, che, attraverso oggetti animati ed echi sonori, porta lo spettatore in un altro tempo, in cerca delle persone che hanno vissuto ed abitato i luoghi dell’ex Ospedale Psichiatrico di Pergine. I loro passi hanno scandito il passare lento del tempo sul tempo, sul tempo, sul tempo. Qualcuno poi ha lasciato le sue scarpe ed è volato via…

    Sara Maino | Il mondo ha tante forme quanti sono gli occhi che lo contemplano

    Una riflessione sulla Comunità e sul Paesaggio perginese attraverso un percorso reale, metaforico e sensoriale costituito da sei diverse installazioni audio e video collocate in punti significativi della vita cittadina. Postazioni di forme curiose, create in rapporto ai cinque sensi, che stimolano il processo cognitivo della percezione anche attraverso delle sinestesie. Collocate in un contesto apparentemente non calzante, riveleranno, invece, la loro pertinenza con il luogo, la situazione, gli eventi che lì accadono.

    Le installazioni diffuse hanno il loro compimento in una creazione finale collettiva che dialoga con l’esperienza dei singoli nella conoscenza della città, del suo paesaggio, delle sue storie. Dentro il paesaggio c’è la vita, i suoni, i rumori, le storie, le memorie.

    saramaino.it

    GAP | Bar Italia

    L’installazione riproduce la registrazione audio di una notte di lavoro di un venditore di rose bengalese all’interno di un “Bar Italia”, allestito per l’occasione nello spazio pubblico urbano. L’oggetto della ricerca si sposta poi dal venditore di rose al micro mondo di interazioni che avvengono nel bar, evidenziando come l’unico ad avere qualcosa da dire sia il venditore, mentre dall’altra parte l’enunciato è un brusio, un’assenza.

    Bar Italia è questo balbettio diffuso, un indistinto rumore di fondo. Il pubblico è chiamato ad interpretare i clienti del bar, diventando al tempo stesso fruitore di un’opera e suo elemento attivo. Grazie a questa ambivalenza si può avviare una riflessione individuale e collettiva sulle percezioni e pregiudizi condivisi nel quotidiano delle relazioni sociali.

    Teatri assortiti | Cinque minuti nella vita di un altro

    Stanze come abitacoli di emozioni, dettagli imprevedibili di vite altrui da scoprire. Nel quotidiano di un appartamento aleggiano presenze inconsuete, anche se sembrano appoggiarsi sui soliti gesti comuni a tutti. Ma un segreto, un’inquietudine, la scia di un sogno che prova ad assaggiare il giorno e la sera che verrà. Chi varca la soglia non è più lo stesso. Una volta entrati si esce con un’attenzione che fino a qualche minuto prima era solo spaventevole e normale.

    Un lavoro che coinvolge di volta in volta persone diverse, motivate ad intervenire singolarmente; per affinare l’idea di comunicazione e suggestione teatrale in luoghi solitamente non deputati allo scopo. Se posto nella situazione giusta, ogni individuo che si lasci coinvolgere e desideri farlo realmente può diventare attore di se stesso.

    teatriassortiti.altervista.org

    Angelo Demitri Morandini | Il germogliatore

    Il Germogliatore riprende due esperienze che accomunano tutti gli esseri viventi: la nascita e la crescita. Il visitatore viene invitato ad accucciarsi e a camminare tra le gambe di un tavolo, avendo poi la possibilità di riacquisire la posizione eretta infilando la testa nel buco di un vaso, come se fosse partorito dal grembo del tavolo. Le teste delle persone, immerse nel vaso, percepiscono i suoni amplificati dell’ambiente circostante e possono provare a far germogliare i loro pensieri.

    Il Germogliatore è un luogo dove far crescere le idee, nato per proteggere i pensieri più fragili e delicati, attraverso l’esperienza del vedere e del sentire. È un viaggio a ritroso nel tempo per tornare un bambino che per gioco si nasconde sotto i tavoli per sparire e riapparire poi in un altro mondo.

    angelomorandini.it